Perché leggere quest’articolo
Se ti trovi spesso davanti a problemi che sembrano bloccarti — al lavoro, nei progetti personali o nelle relazioni — questo articolo ti dà una mappa pratica per risolverli con metodo. Non parleremo solo di idee geniali occasionali: vedrai strumenti ripetibili, errori da evitare e un approccio mentale che trasforma i problemi in opportunità di miglioramento. Leggilo se vuoi smettere di inseguire soluzioni improvvisate e iniziare a risolvere con efficacia costante.
La storia di Federica
Federica dirigeva un team che sempre arrivava in ritardo con le consegne. Ogni riunione diventava un elenco di lamentele senza esiti. Un giorno applicò una semplice routine: definire il problema in una frase, fare 5 perché per arrivare alla causa principale, generare 3 soluzioni possibili e mettere in pratica la più semplice come esperimento di 7 giorni. I ritardi cominciarono a diminuire: non perché la soluzione fosse perfetta, ma perché avevano smesso di girare in tondo e avevano iniziato a provare velocemente.
Di cosa parleremo in quest’articolo
Parleremo di: come definire correttamente un problema, modelli & tecniche di problem solving (5 Whys, root cause analysis, SCAMPER, decision matrix, PDCA), errori cognitivi da evitare, come testare soluzioni rapidamente e come fare follow-up per imparare. Troverai esempi concreti, esercizi pratici e uno schema operativo da poter usare subito.
Perché e come ti sarà utile
Perché ti conviene leggere e applicare questo articolo: imparerai a ridurre tempo e stress nella risoluzione dei problemi, aumentare la probabilità di successo delle soluzioni e a trasformare ogni intoppo in un’occasione di apprendimento.
Come ti sarà utile concretamente: avrai un metodo per passare dalla confusione all’azione — definizione chiara → ipotesi → test → misurazione → adattamento — che funziona sia per piccoli intoppi quotidiani sia per questioni strategiche.
Consigli su come leggere per trarne il massimo: tieni a portata di mano un foglio (o un documento). Dopo ogni sezione, scrivi una azione: ad esempio, definire un problema aperto in una sola frase o progettare un esperimento di 48 ore. Applica subito quell’azione: il problem solving si impara facendo.
Definire il problema: la regola d’oro (spiegazione)
Il primo errore è saltare alla soluzione senza capire davvero il problema. Domande utili per definire: Qual è l’effetto osservabile? Da quando si verifica? Chi è coinvolto?
Una buona formulazione segue lo schema: ”[Effetto] è successo quando [contesto], causando [impatto misurabile].”
Esempio: “I report mensili arrivano con 3–5 giorni di ritardo dalla scadenza, causando ritardo nelle decisioni di marketing.” Con questa frase hai già un bersaglio per analizzare cause e misure.
Modelli e tecniche fondamentali (spiegazione + quando usarli)
5 Whys (5 Perché) — usalo per scendere alla causa radice: per ogni risposta chiediti “perché è successo?”. Spesso alla quinta risposta trovi un’azione concreta.
Root Cause Analysis / Fishbone (Ishikawa) — utile quando le cause possono essere multiple: disegna rami (persone, processi, strumenti, ambiente) e identifica punti critici.
SCAMPER (Substitute, Combine, Adapt, Modify, Put to another use, Eliminate, Reverse) — uno strumento creativo per generare varianti di soluzione quando le opzioni sembrano poche.
Decision Matrix / Weighted scoring — quando hai più alternative e vari criteri (costo, tempo, impatto). Assegna pesi e calcola punteggio per scegliere razionalmente.
PDCA / Iterative experiments — Plan-Do-Check-Act: eviti soluzioni definitive troppo complesse e preferisci piccoli cicli di sperimentazione con misurazione.
Pre-mortem — prima di lanciare una soluzione, immagina che sia fallita: quali cause l’hanno determinata? Questo aiuta a prevedere rischi e progettare contromisure.
La storia di Toyota
Toyota è storicamente legata al problem solving strutturato: il Toyota Production System introdusse il concetto di kaizen(miglioramento continuo) e la pratica di investigare le cause profonde dei problemi, coinvolgendo le persone che lavorano sul processo. Questo approccio sistematico ha trasformato piccoli miglioramenti ripetuti in un vantaggio competitivo enorme. La lezione: il problem solving sostenibile è cultura e processo, non eroismo individuale.
Esempi pratici e esercizi selezionati (poche azioni efficaci)
Scegli 1–2 esercizi e applicali subito.
A. Esercizio rapido — Definisci in 1 frase + 5 Whys (10–20 min)
- Scrivi il problema in una frase (vedi par.5).
- Applica i 5 Why: per ogni risposta chiedi “perché?”.
- Identifica la causa radice e scrivi 1 intervento minimo per testare in 48–72 ore.
Scopo: uscire dall’ambiguità e trovare un’azione concreta.
B. Micro-esperimento PDCA (48–72 ore)
- Pianifica un piccolo test (chi, cosa, dove, metriche).
- Esegui per 48–72 ore.
- Misura 1–2 metriche semplici (es.: tempo medio di completamento, numero di errori).
- Check: i dati migliorano? Act: scala, modifica o abbandona.
Scopo: imparare velocemente senza investimenti grandi.
C. Decision Matrix (30–45 min)
- Elenca 3–5 alternative. Definisci 3 criteri (es.: impatto, costo, tempo). Assegna peso ai criteri e punteggi alle opzioni; calcola risultato.
Scopo: scegliere razionalmente quando le opzioni sono comparabili.
D. Brainstorm + SCAMPER (20–40 min)
- Con un collega o in solitaria, genera 10 idee velocemente. Poi applica SCAMPER a 2 idee per ottenere varianti praticabili.
Scopo: rompere il blocco creativo e trovare soluzioni alternative.
Errori cognitivi e trappole da evitare
- Saltare alla soluzione senza dati.
- Conferma del bias: cerchiamo prove che confermino la soluzione già amata.
- Overengineering: progettare soluzioni troppo complesse che non si testano.
- Paura di fallire: blocca il test rapido.
- Mancanza di follow-up: implementare e non misurare significa perdere opportunità di miglioramento.
Contrastali con regole pratiche: sempre definire metriche, preferire il test minimo fattibile, coinvolgere chi vive il problema.
Considerazioni finali e consigli per te
Il problem solving efficace è metodo + mentalità: definisci il problema con precisione, scendi fino alla causa radice, genera soluzioni multiple, testa in piccolo e misura. Non cercare la perfezione: cerca l’iterazione rapida.
Consiglio pratico: oggi prendi il primo problema che ti pesa e applica l’Esercizio rapido (Definisci + 5 Whys). Fissa l’intervento minimo da provare in 48 ore e misura un indicatore semplice. Poi rileggi i risultati e aggiusta. Ripeti: la costanza dei piccoli cicli è la vera forza del problem solver.
“Non è la specie più forte che sopravvive, né la più intelligente, ma quella più reattiva al cambiamento.”
— Charles Darwin
Ringraziamenti
Grazie di cuore per essere passato qui, spero che quest’articolo ti sia piaciuto, ci vediamo alla prossima!
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Fonti utili
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